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L’unione fa la forza

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Un documentario racconta i primi tre mesi dell’Unità di Ricerca COVID-19 della Fondazione Gemelli

"Abbiamo pensato di riunire tutte le competenze che la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS poteva manifestare in modo che interagissero fra di loro e con altri gruppi di ricerca esterni a livello nazionale e internazionale". Così il prof. Giovanni Scambia, presidente di XBIOGem, è intervenuto nel corso del documentario dedicato ai primi tre mesi di vita dell'Unità di Ricerca Covid-19 della Fondazione Gemelli. Tredici minuti intensi nei quali Benedetto Sanfilippo e Luigi Avantaggiato hanno mostrato (con un video) come gli studi della Fondazione Gemelli, in materia di SARS COV-2, stiano dando dei risultati importanti. Capire come si manifesta il virus, la sua evoluzione e come contrastarlo sono i punti chiave della ricerca epidemiologica dell'IRCCS romana, che passa attraverso una sistematica acquisizione di informazioni, memorizzate e confrontate con quelli di altri centri biologici e molecolari, con l'ausilio di Generator, una piattaforma che consente di ricavare i dati da varie sorgenti, rendendoli fruibili nella cura del singolo paziente.

Oggi l'Unità di Ricerca COVID-19 è una realtà collaudata, ma l'ondata iniziale è stata travolgente. "Improvvisamente ci siamo dovuti misurare con 600 campioni al giorno" ha ricordato il prof. Maurizio Sanguinetti, Direttore del Dipartimento di Scienze di Laboratorio e Infettivologiche, spiegando che il virus per poter essere studiato è stato prima isolato e poi analizzato attraverso delle tecniche di sequenziamento per evidenziarne eventuali mutazioni. Inoltre, sono stati sviluppati nuovi approcci di diagnostica molecolare precoce analizzando le caratteristiche del SARS Cov-2 e la risposta anticorpale dei pazienti positivi afferenti alla Fondazione Gemelli.

Il progetto mira all'analisi dei genomi virali. A partire da campioni respiratori o ematici si possono evidenziare rapidamente eventuali nuovi virus che possono essere coinvolti in problematiche pandemiche, al fine di scongiurare nuove catastrofi come quella del coronavirus. Una malattia sconosciuta, che provoca una risposta violenta del sistema immunitario che, nel tentativo di eliminarla, attacca e distrugge il polmone, scatenando, in alcuni casi, fenomeni di trombosi intravascolare. Sebbene il cortisone sia l'arma migliore da utilizzare nei confronti di una malattia autoimmune, nel caso del SARS Cov-2 facilita la replicazione virale, favorendo il propagarsi di altre malattie.

Per questo motivo sono stati messi in campo farmaci utilizzati per l'artrite reumatoide, che svolgono un ruolo importante per le forme più gravi dell'infezione, oltre all'eparina a basso peso molecolare che riduce il rischio di embolizzazione. Altri studi sono in corso. Oltre 85, dei quali 62 già valutati, sono stati posti all'attenzione del comitato etico presieduto da Gigliola Sica. XBIOGem, società  della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, sta svolgendo un ruolo di primo ordine nella ricerca scientifica contro il coronavirus, accogliendo quotidianamente nella propria sala criogenica centinaia di campioni biologici di varia natura, provenienti da pazienti positivi.

Serve del tempo ma la scienza sta facendo passi da gigante. "A pochi mesi dalla prima infezione disponiamo di prototipi vaccinali che a breve verranno messi in uso: è una grande risposta alla tragedia che abbiamo vissuto" la chiosa del prof. Giovanni Scambia, Direttore Scientifico della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS.

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