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Alla ricerca dell’equilibrio del microbiota intestinale

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In assenza di una dieta univoca è fondamentale sottoporsi al test di caratterizzazione fecale

Il benessere della persona passa attraverso un dialogo costante e biuniovoco fra cervello e intestino. Lo stress emotivo può causare diarrea, come liberazione di un peso che ci portiamo addosso. Allo stesso modo, un’alterazione intestinale può causare instabilità a livello cerebrale. Il primo passo per prevenire e per affrontare le patologie gastrointestinali è quello di rivedere il proprio regime alimentare, preservando l’equilibrio del microbiota intestinale, una popolazione batterica eterogenea che difende il nostro intestino. È opportuno seguire sempre un’alimentazione sana, ricca di frutta e verdura e povera di grassi animali. Ad oggi però non si hanno delle conoscenze nette del microbiota e per questo motivo non ci sono delle indicazioni specifiche sulla dieta giusta da seguire. Si procede per tentativi, valutando cosa consumare o cosa eliminare. Spesso si è parlato di ridurre i FODMAP, un acronimo che comprende una serie di zuccheri alimentari (oligosaccaridi, disaccaridi, monosaccaridi e polioli) particolarmente fermentabili, colpevoli di creare delle infiammazioni alle mucose intestinali. Non sempre però questa tecnica è risolutiva, perché questi cibi possono stimolare la crescita di bifidobatteri, fondamentali per la salute dell’intestino. Efficaci ma non usati al massimo delle loro potenzialità sono i probiotici. Questi integratori sono utili in seguito a una terapia antibiotica che ha impoverito la flora batterica. I loro effetti però sono limitati su un trattamento a lungo termine. Al fine di ristabilire il giusto equilibrio del microbiota, e di prevenire eventuali patologie intestinali o sistemiche, è consigliabile sottoporsi al test di caratterizzazione fecale. Esso consente un’analisi dettagliata della composizione del microbiota, consentendo di adottare le giuste misure per ristabilirne il normale funzionamento.

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