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Test di siero, immunità si spera

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I test sierologici, in caso di positività, possono rilevare una risposta immunitaria al coronavirus

“I test sierologici possono essere utili a stabilire se una persona ha contratto e superato l’infezione da SARS CoV-2. Cioè se ha sviluppato l’immunità contro il coronavirus”.

È quanto ha dichiarato il prof. Maurizio Sanguinetti, membro del comitato scientifico di XBIOGem, circa l’efficacia dei test per la rilevazione di anticorpi anti-SARS CoV-2. I test su siero permettono di misurare gli anticorpi generati dal sistema immunitario, in particolare le immunoglobuline A, M e G, rispettivamente IgA, IgM e IgG in risposta all’infezione da coronavirus.

Sanguinetti ha spiegato che “le immunoglobuline A sono anticorpi che ci difendono da infezione respiratorie. Le IgM si trovano sulle membrane dei linfociti B e crescono dopo una settimana dal contagio, mentre le Immunoglobuline G danno indicazioni circa l’immunizzazione del paziente nei confronti del virus”.

Sebbene l’Organizzazione Mondiale della Sanità abbia precisato che i test molecolari, basati sui tamponi nasofaringei, siano l’unico approccio diagnostico standard riconosciuto, i testi sierologici, in caso di positività, possono rilevare la risposta immunitaria del paziente precedentemente a contatto con il virus, indicando che l’infezione è avvenuta. Ciò non equivale a protezione.

La Regione Lazio in una nota ha specificato che “il risultato positivo ha valore solo in un contesto di rilevazione epidemiologica sperimentale”.  C’è da dire però che la rilevazione anticorpale non consente di stabilire se il SARS CoV-2 è ancora in fase di crescita nel paziente. Un esito negativo del test sierologico non esclude infatti la possibilità di un’infezione in atto in fase precoce, anche in pazienti asintomatici, né scongiura il rischio di contagiosità dell’individuo.

Sanguinetti, Direttore del Dipartimento di Scienze di Laboratorio e Infettivologiche della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, ha sottolineato che occorrono almeno sette giorni per registrare un primo movimento anticorpale. Fra le diverse tipologie, i test sierologici migliori per COVID-19 sono quelli quantitativi in cui il siero prelevato da sangue venoso viene successivamente sottoposto al test immunologico chemiluminescente, meglio noto come CLIA (ChemiLuminescent ImmunoAssay). A differenza dei test rapidi qualitativi, effettuati su sangue capillare mediante digitopuntura, i test quantitativi CLIA presentano un elevato grado di sensibilità e di accuratezza.

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